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2011 – GESTIONE DEL PARTO E DELL’INIZIO DELLA LATTAZIONE NELLA SCROFA AD ALTA PROLIFICITÀ


O.A.T. PELTONIEMI

La scrofa ad alta prolificità, definita come una scorfa che partorisce 16 o più suinetti nati vivi, rappresenta una sfida nella gestione della riproduzione in un allevamento di scrofe (Boulot et al., 2008). Dal punto di vista della gestione di tali animali, l’alimentazione gioca un ruolo chiave. Questo articolo si focalizzerà principalmente sulle recenti ricerche relative all’alimentazione della scrofa e di come questa influisca sulla gestione di: parto, lattazione e ciclo estrale. Verranno descritte le recenti acquisizioni riguardano l’uso di una dieta ricca di fibre per le scrofe durante il periodo precedente il parto e il suo effetto benefico sulla funzione intestinale e sulla durata del parto (Oliviero et al., 2009). Oltre all’alimentazione, anche il tipo di sala parto (gabbia vs box; vuoto vs arricchito) appare come un fattore critico nel determinare il corso del parto. I nostri ultimi risultati suggeriscono che impedire alla scorfa di esibire un comportamento di preparazione del nido (Algeri e Uvnäs – Moberg, 2007), prolunga il parto in media di 90 minuti (Oliviero et al, 2008; 2009). Inoltre, alimentare le scrofe con una dieta ricca di fibre durante la gravidanza, oltre ad essere una strategia alimentare utile dal punto di vista del benessere, sembra aumentare l’assunzione di alimento ad libitum durante l’allattamento. Questo effetto sembra influenzare l’incremento medio giornaliero dei suinetti, soprattutto durante il periodo neonatale (Quesnel et al., 2009, Peltoniemi et al., 2009). La quantità di alimento assunta dalle scrofe durante la lattazione, d’altra parte, è un fattore chiave per incrementare la secrezione di gonadotropina e lo sviluppo del follicolo durante la lattazione, tuttavia, questi effetti alimentari diventano più evidenti verso la fine della lattazione (Kauffold et al., 2008). La crescita del follicolo dopo lo svezzamento, innescata dalle gonadotropine FSH e LH, si verifica tanto più velocemente quanto migliore è la stimolazione da parte delle gonadotropine prima dello svezzamento (Prunier e Quesnel, 2000; Kauffold et al, 2008).

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