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2023 – CIRCOVIRUS SUINO TIPO 2: MALATTIA SISTEMICA IN SUINI VACCINATI PER PCV2


TORREGGIANI C., PELLACINI M., D’ANNUNZIO G., BASSI P., GABBI V., MANFREDI R., PROSPERI A., CHIAPPONI C., LUPPI A.

Il circovirus suino tipo 2 (PCV2) è il principale agente eziologico di un gruppo di malattie note come malattie associate al circovirus suino (PCVD) che comprendono la malattia sistemica (PCV2-SD), la dermatite e nefrite suina (PDNS), la malattia riproduttiva (PCV2-RD) e infine l’infezione subclinica (PCV2-SI) (Segalés, 2012). La PCV2-SD e PCV2-SI sono le condizioni patologiche più importanti dal punto di vista economico (Alarcon et al., 2013). Sebbene la vaccinazione contro il PCV2 abbia drasticamente ridotto l’impatto della PCVD, la diagnosi di PCV2-SD è estremamente importante, soprattutto per essere differenziata da altre cause di deperimento e da forme di PCV2-SI.
I criteri diagnostici per PCV2-SD comprendono (Segalés et al., 2005 e Segalés et al., 2022):
• la presenza di segni clinici compatibili con la malattia (ritardo di crescita, deperimento e segni clinici respiratori e/o digestivi);
• l’osservazione di caratteristiche lesioni istologiche nei tessuti linfoidi ed eventualmente in altri tessuti (deplezione linfocitaria, infiltrazione di elementi macrofagico-istiocitari, eventuale presenza di cellule multinucleate e inclusioni anfofile intracitoplasmatiche);
• la dimostrazione della presenza dell’agente eziologico nelle lesioni caratteristiche, attraverso la dimostrazione di quantità da moderate a elevate di antigene di PCV2 nei tessuti linfoidi.
È interessante sottolineare come in uno studio condotto sulla valutazione quantitativa di PCV2 nei tessuti a scopo diagnostico, sono stati proposti come cut off per diagnosticare forme di PCV2-SD tramite qPCR, livelli di 106,8-8,4 copie di DNA virale/gr. nei tessuti linfoidi e non linfoidi (Harding et al., 2008).
Attualmente, e sulla base del sequenziamento dell’open reading frame 2 (ORF2), sono stati descritti fino a nove diversi genotipi di PCV2 (Franzo e Ségales, 2018; Wang et al., 2020a; Wang et al., 2020b). Tra questi, PCV2a, PCV2b e PCV2d mostrano una distribuzione globale e sono considerati i più diffusi (Wang et al., 2020b) mentre i restanti sono stati rilevati molto più sporadicamente e in aree molto limitate (Franzo e Segalés, 2018). Nel 1996 il genotipo più frequente nei suini era il PCV2a, ma nel periodo 2000-2004 si è verificato un graduale incremento del genotipo PCV2b, a scapito di PCV2a, a livello globale (Dupont et al., 2008; Carman et al., 2008; Timmusk et al., 2008; Cortey et al., 2009). Questo cambiamento di prevalenza con predominanza del genotipo PCV2b si è verificato quando non era ancora disponibile alcuna vaccinazione contro il PCV2 ed è stato associato a focolai di malattia più gravi. Dal 2010, il PCV2b è stato gradualmente sostituito dal PCV2d (Xiao et al., 2013; Franzo et al., 2016; Tsai et al., 2019). Quest’ultimo genotipo è stato proposto come potenziale causa di “fallimenti vaccinali” (Opriessnig et al., 2013) ma anche suggerito come genotipo con virulenza aumentata (Ssemadaali et al., 2015). Tuttavia, successivi studi sperimentali hanno dimostrato che il PCV2d non sfuggirebbe all’immunità conferita dai vaccini basati sul genotipo PCV2a (Opriessnig et al., 2013; Park et al., 2019), mostrando virulenza sovrapponibile a quella del PCV2a e del PCV2b (Cho et al., 2020).
La vaccinazione di suinetti, scrofette e scrofe contro il PCV2 è una pratica comune in tutto il mondo. La maggior parte dei vaccini impiegati si basa sul genotipo PCV2a. Questi vaccini possono prevenire la malattia (PCV2-SD) ma non l’infezione (Opriessnig et al., 2020). Tuttavia, casi di PCV2-SD sono occasionalmente diagnosticati negli allevamenti vaccinati e gli interrogativi sulle cause che possono limitare la protezione vaccinale nei confronti di PCV2 sono ancora oggetto di dibattito tra i veterinari del settore.
Il presente lavoro descrive un caso clinico di malattia da PCV2 (PCV2-SD) in un sito 3 di un allevamento multi-sito in provincia di Brescia.

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